Invitare Geolier all’università: una scelta giusta, ora lo sapete

Il rettore Matteo Lorito preferisce chiamare Geolier col suo nome di battesimo, Emanuele, e al rapper tutto sommato piace: “Io sono sempre Emanuele”. Dall’incontro alla Federico II con gli studenti emergono due dati significativi. Il primo è che gli adulti che hanno discusso per giorni sulla presenza di Geolier all’università non hanno capito niente. Il secondo è che questo ragazzo di 24 anni è stato nuovamente sottovalutato da chi non conosce il suo mondo. Sottovalutato sia come artista che come manager, con Enzo Chiummariello a vigilare che tutto vada bene.

Invitare Geolier all’università è stata una scelta positiva, come dimostra l’incontro con gli studenti a Scampia. Il rapper si è dimostrato vicino ai giovani, senza concetti troppo complicati ma con un messaggio di lotta per i sogni che colpisce chi lo ascolta. Parla della sua vita, dal rione Gescal al rap a Scampia, mostrando sincerità nelle sue paure e ansie.

Durante l’incontro, Geolier non ha dovuto affrontare domande provocatorie, ma poche ore prima lo scrittore Roberto Saviano ha spiegato la distinzione tra rap e realtà. Ha sottolineato come il rap rappresenti la strada, non una glorificazione di armi o temi controversi. L’iniziativa universitaria è stata giusta e dovrebbe essere seguita da altre istituzioni per coinvolgere i giovani.

La presenza attiva e indipendente dell’università nella città è fondamentale, evitando di limitare l’accesso a chi non corrisponde ad un certo standard di censo o titolo di studio. Speriamo che altre istituzioni come la Federico II, la Vanvitelli e il Suor Orsola Benincasa organizzino iniziative simili per coinvolgere il pubblico.

L’autore è un giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it, e insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha vinto numerosi premi giornalistici e ha pubblicato diversi libri.

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