La vera storia di Michelina Di Cesare, la brigantessa ritratta nella serie Briganti su Netflix: un racconto avvincente di coraggio e ribellione.

Michelina Di Cesare, la regina dei briganti

Michelina Di Cesare è uno dei nomi più noti legati al brigantaggio, tornato in auge grazie alla serie “Briganti” su Netflix. La sua storia è stata oggetto di dibattito a causa della decisione di esporre il suo cadavere denudato nella piazza del paese come monito alla popolazione.

Un episodio confermato da fotografie dell’epoca che mostravano il volto tumefatto della giovane casertana. Michelina Di Cesare, nata nel 1841, è stata uccisa in un conflitto a fuoco a soli 27 anni, dopo aver trascorso gran parte della sua vita tra furti e rapine insieme a Francesco Guerra, ex soldato borbonico e capo banda di briganti.

Il brigantaggio, un fenomeno pre-Unitario

Contrariamente alla credenza comune, il brigantaggio non è nato con la fine del Regno delle Due Sicilie. Già nel 1821, Ferdinando I di Borbone aveva preso misure severe per reprimere il fenomeno con corti marziali e liste pubbliche di briganti. Con la dissoluzione del Regno, il brigantaggio ha assunto nuove forme con l’ingresso di ex soldati e il supporto finanziario di varie fazioni politiche.

Il brigantaggio ha trovato un terreno fertile nel Sud a causa delle condizioni di estrema povertà e dell’uso della forza bruta per reprimere i banditi. La gestione brutale del governo italiano ha amplificato il problema anziché risolverlo.

La morte di Michelina Di Cesare

Michelina Di Cesare è stata uccisa il 30 agosto 1868 insieme ad altri briganti. I loro corpi, tra cui quello denudato della donna, sono stati esposti nella piazza del paese come monito per la popolazione. Le ferite sul corpo di Michelina indicavano un possibile pestaggio dopo la cattura.

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