Renato Cinquegranella, un latitante molto ricercato dal 2002, possiede segreti legati alla camorra e agli accordi con le Brigate Rosse. È tra i latitanti più pericolosi d’Italia ed è ritenuto l’ultimo custode di questi segreti. È considerato affiliato alla Fratellanza Napoletana ed è uno dei reati di massima pericolosità nella lista del Ministero dell’Interno. L’uomo è ricercato per associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso in omicidio, tra le altre accuse.
Renato Cinquegranella, nato a Napoli nel 1949, è stato arrestato nel 1983 per varie accuse, tra cui l’omicidio di un poliziotto e il sequestro di un gioielliere. Dopo un primo arresto e successiva evasione, è divenuto latitante nel 2002. Le ricerche sono state estese a livello internazionale dal dicembre 2018, suscitando il sospetto che potesse essere morto durante la latitanza. Suo figlio Francesco è stato arrestato nel 2023 in un’indagine che coinvolge la camorra di Rione Traiano.
Uno degli omicidi a cui Renato Cinquegranella è legato è quello di Giacomo Frattini, avvenuto durante le guerre di camorra a Napoli. È stato anche coinvolto nel sostegno fornito alle Brigate Rosse per l’omicidio di Antonio Ammaturo, vicequestore della Polizia di Stato. Cinquegranella è stato poi arrestato per altre vicende, compreso il sequestro di un gioielliere.
La notizia su Cinquegranella è stata diffusa nel marzo del 1983, quando era stato bloccato dalla Squadra Mobile di Napoli. È stato arrestato per varie accuse, inclusa l’estorsione di denaro tramite la distribuzione di volantini ai commercianti. Secondo alcune indiscrezioni, la sua banda aveva ricevuto un riscatto di un miliardo e 700 milioni di lire per il rilascio di un ostaggio.
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