Voto di scambio a Napoli: Gratteri denuncia le mafie che offrono e la politica corrotta che si presta.

Il Voto di Scambio nelle Elezioni Europee: Le Parole di Nicola Gratteri

Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, sottolinea la presenza di un fenomeno diffuso di voto di scambio durante le competizioni elettorali, che coinvolge anche le Elezioni Europee. Secondo Gratteri, esistono organizzazioni mafiose che offrono pacchetti di preferenze alle persone o entità disposte ad acquistarle. Questo fenomeno compromette la correttezza delle elezioni e mina la democrazia in Campania, con evidenti risvolti anche a livello nazionale.

Mafie e Voto di Scambio: La Situazione nelle Elezioni Europee

Gratteri mette in guardia riguardo alle Elezioni Europee che si terranno a giugno, sottolineando la necessità di una sorveglianza attenta. La Procura di Napoli dispone di investigatori altamente qualificati e degli strumenti necessari per contrastare il fenomeno del voto di scambio e delle pressioni illegali sulle competizioni elettorali. Gratteri enfatizza l’importanza di affrontare tutte le tipologie di reato, inclusi quelli legati alla criminalità organizzata e alle sue interazioni sul dark web, per preservare l’integrità del sistema elettorale.

Nel contesto delle recenti elezioni amministrative a Cercola e San Giovanni a Teduccio, Nicola Gratteri evidenzia la pratica del voto di scambio politico-mafioso. Questa pratica implica scambi di denaro in cambio di preferenze e voti, creando un ambiente di corruzione e indebite influenze nelle competizioni elettorali.

Il colonnello Andrea Leo e il colonnello Grimaldi Pantaleone, comandanti del nucleo investigativo provinciale dei carabinieri, descrivono i clan mafiosi come entità pervasivi, privi di ideologie e interessi politici riconoscibili. Il loro obiettivo principale è infiltrarsi nei meccanismi democratici per ottenere vantaggi illeciti, minando i principi della democrazia.

L’Indagine sulla Corruzione e il Voto di Scambio a Cercola

La Direzione distrettuale antimafia, con i pm Woodcock e Capuano, ha condotto un’indagine dettagliata sul voto di scambio politico-mafioso a Cercola, evidenziando un controllo serrato nei seggi elettorali per monitorare gli accordi illeciti tra clan e rappresentanti delle liste elettorali. Nonostante i tentativi di acquisire voti tramite pagamenti monetari, l’esito delle elezioni si è rivelato sfavorevole per i clan malavitosi, che hanno cercato comunque di avvicinare il vincitore per perseguire i propri interessi.

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